Eccolo lì … ogni volta che lo guardiamo ci viene voglia di buttarlo via. Sgonfio, sporco, usato come deposito per le attrezzature del garage o della barca. Insomma il nostro bel gommone, magari bianco, comprato qualche anno fa è diventato un relitto da smaltire. Forse è il gommone sul quale abbiamo fatto tante ore di navigazione, quello che ci ha portato su spiagge irraggiungibili o che ci ha permesso delle pescate inenarrabili o forse è il nostro tender, quello che tanto faticosamente issiamo in coperta e che ci impiccia nelle manovre ma al quale non possiamo rinunciare. Le acque del porto, il sole perenne, gli scarponi degli orsi che ci sono saliti hanno lasciato dei segni che ormai non vanno più via. È cosa comune. E non è che in questo caso la vecchiaia renda affascinanti … anzi.
In effetti situazioni come quella descritta sono molto comuni nel panorama nautico. Spesso si decide per lo smaltimento.
Ma è veramente necessario smaltire un vecchio gommone?
Il problema oltre che tecnico è anche etico e ambientale visto il periodo delicato che stiamo vivendo e il trend del consumo che ci ha ridotto in questo stato. Magari sarebbe meglio pensare a rinnovare il nostro battello gonfiabile visto che anche la chimica e la tecnologia moderna lo consentono. Prima di pensare alla riverniciatura avete provato a eliminare le muffe? Spesso sono le muffe a invecchiare esteticamente il tubolare. Esistono dei prodotti specifici per la rimozione definitiva della muffa che daranno al vostro battello la “pelle” di un ragazzino. Se l’antimuffa non basta, da qualche anno infatti si ricorre al chirurgo estetico anche per i battelli pneumatici. Cosa prima quasi del tutto proibitiva per la tipologia di prodotti disponibili. Oggi, grazie alle vernici ad alto contenuto di elastomeri, è possibile riverniciare, e molto bene, un oggetto gonfiabile. Pare strano ma è così.
Di seguito le caratteristiche dell’elastomero secondo Wikipedia:
“Per elastomero s'intende un polimero allo stato gommoso nel quale sono presenti legami, deboli o forti, che ne rafforzano la struttura, esaltandone le prestazioni meccaniche. Pertanto, con il generico termine di elastomero si indicano le sostanze naturali o sintetiche che hanno le proprietà chimico-fisiche tipiche del caucciù, o gomma naturale, la più peculiare delle quali è la capacità di subire grosse deformazioni elastiche[1], possono cioè essere allungati diverse volte per spostamenti finiti riassumendo la propria dimensione una volta ricreata una situazione di riposo.
Gli elastomeri vengono modellati nelle forme desiderate tramite estrusione o stampaggio a caldo.
Gli elastomeri fanno parte dei polimeri e si suddividono in due classi principali:
- elastomeri termoplastici
- elastomeri termoindurenti
Gli elastomeri termoplastici, introdotti sul mercato nei tardi anni sessanta, sono generalmente copolimeri di stirene e butadiene, poliolefine e co-poliesteri. Una volta stampati, se portati alla temperatura di transizione vetrosa possono essere rimodellati.
Gli elastomeri termoindurenti vengono prodotti legando le une alle altre le catene di polimero attraverso l'uso di reattivi chimici, temperatura e pressione in un processo generalmente chiamato vulcanizzazione. Questa modificazione nella loro struttura comporta la comparsa delle proprietà termoindurenti, ovvero è impossibile rimodellarli una volta che la vulcanizzazione è avvenuta.”
Detto questo, allora mettiamoci l’animo in pace e lasciamo fare alla chimica. Ma come si procede?
In maniera intuitiva sicuramente compiremo le operazioni basilari:
1) Svuotare il gommone di ogni cosa.
2) Lavare accuratamente il gommone eliminando tutte le tracce di sale, sabbia, unto ecc … Si consiglia sempre di lavare con sabbia di pomice o con spugnetta leggermente abrasiva per favorire il fissaggio del film di vernice e per rimuovere l’eterno silicone e le cere della produzione (presenti anche dopo anni) e lasciare asciugare bene.
3) Trovare un luogo aerato (se all’aperto evitare sole diretto e vento che porta in sospensione polveri e altro).
4) Proteggere le parti che non si devono riverniciare come maniglie (ottima occasione per sostituire quelle rotte) bottazzo, specchio di poppa, pagliolati ecc …
5) Proteggere se stessi con utilizzo di guanti, mascherina, occhiali e vestiti adatti.
6) Informarsi sul materiale del gommone (PVC, Hypalon, ecc …)
7) Seguire scrupolosamente le istruzioni della confezione.
Avrete impiegato una delle vostre domeniche libere per un lavoro che vi ripagherà permettendovi di rinviare lo smaltimento del vostro amato gommone che potrete usare ancora per qualche stagione.
Marco Scanu, diplomato al nautico, conduttore imbarcazioni, si occupa di comunicazione soprattutto in campo nautico.