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Panoramica sui Salpa Ancora

 

Sembra ormai un must. Non c’è barca che non abbia un salpa ancora elettrico. Grande invenzione sicuramente, ma come tutte le cose, soprattutto legate al boat motive, talvolta è il risultato solo di una moda. Mi riferisco al salpa ancore per natanti e gommoni fino a 6 metri (del tutto inutile) o per esempio alla ruota  del timone, (spesso doppia …) su barche a vela sotto i 10 metri. Ad ogni modo il questo utilissimo accessorio è un toccasana per tutti.

Chi naviga veramente, anche se va a fare il bagno nella caletta dietro il porto, ha necessità di fare almeno un ancoraggio al giorno. Se poi, per cambio del vento, del meteo, dell’itinerario ecc … si ritrova a farne 3 o 4 al giorno, accenderà un cero all’inventore del salpa ancore. In effetti dare fondo è semplice, anzi, devi frenare l’irruenza tipica della gravità che vuole tutto, ancora e catena in pochi secondi. Ma non sarebbe certo un buon ancoraggio avere un mucchio di ferraglia sul fondo.

Se per dare fondo ci vuole un po’ di tempo, per salpare ce ne vuole un po’ di più e se dobbiamo farlo a mano, controvento ovvio, con barca carica ecc … l’operazione potrebbe essere impossibile da fare da soli. Il salpa ancora elettrico ti renderà piacevole l’operazione di ancoraggio e spedamento dell’ancora senza muoversi dalla propria consolle.

 

Come è fatto una salpa ancora?

Questo tipo di attrezzatura è costituita da tre elementi principali:

- la campana
- Il barbotin
- il motore
 
A seconda della dimensione della nostra barca i motori variano dai 500 watt agli oltre 3.000 e di conseguenza l’asse sulla quale lavora il motore, potrà essere verticale (verricello) oppure orizzontale (argano). Sui verricelli il motore è montato sotto il piano coperta per proteggerlo dagli spruzzi e per non ingombrare troppo la prua.
In genere si preferisce montarlo proprio nel pozzo della catena. Sugli argani (solo per barche grandi), il motore invece è solidale alla campana ed entrambi sono posizionati in coperta a prua.

Per il loro controllo in genere vi è un rimando in consolle, oltre all’immancabile controllo a prua con pulsante manuale o da premere col piede. In effetti la manovra fatta da prua direttamente tenendo d’occhio l’operazione, risulta essere più veloce ed esente da errori. Certo le condizioni devono essere ottimali visto che se siete soli, dopo il riposizionamento dell’ancora in sede, la barca è in balia degli elementi e dovrete raggiungere la consolle velocemente. Questo è il momento peggiore per cadere in mare.
 
Il barbotin invece è una sezione della campana (il pezzo cilindrico che ruota azionato dal motore) che reca in sé le impronte della catena. In genere è di ghisa, o di lega d’alluminio, leghe fragili. Quindi attenzione al calibro della catena stessa se non volte buttarlo subito.

L’acciaio della catena è molto più robusto della ghisa del barbotin e se la dimensione è diversa non ci metterete molto a buttare via qualche centinaio di euro, oltre all’ipotesi (molto probabile) di non poter salpare più se non a costo di filare tutto in mare e sperare in un successivo recupero. Il barbotin infatti, incastra gli anelli della catena e li tira o li accompagna a seconda dell’operazione che stiamo effettuando.
 
Si rivelerà inoltre necessaria una robusta girella tra l’ultimo anello della catena e il fusto dell’ancora per evitare che la catena stessa prenda le volte durante gli ancoraggi alla ruota (dove si può ruotare diverse volte per capricci del vento) e si presenti davanti al barbotin fuori asse, rendendo difficile l’operazione e minacciando l’integrità del barbotin come detto.

A protezione di tutto il sistema, viene preposto un fusibile tarato per evitare sovraccarichi e proteggere il motore elettrico. Portatevene un paio di riserva (se ne bruciano anche un paio se avete un motore ormai usurato e linea di ancoraggio sovradimensionata). Se il fusibile si brucia e non avete ricambi, non rimane che la manovra manuale.

Se siete da soli è un bel guaio, se invece qualcuno vi aiuta sarà più facile. Col motore si avanza con qualche colpetto di marcia avanti  e si mantiene la barca in modo che sia esattamente con la catena perpendicolare al fondo, così a mano, con l’apposita manovella fornita potrete tirare su lentamente tutta la linea. Inutile dire che il vento vi sposterà in continuazione e quindi chi sta al motore dovrà stare molto attento a non far andare troppo in tiro la catena pena l’impossibilità della manovra. Se siete da soli e c’è vento sarà un’impresa titanica.

 

Quali sono i salpa ancora migliori?

Ma quale comprare per non rimanere a piedi? O peggio, per non rimanere alla fonda o senz’ancora, come detto?
I più affidabili in commercio sono senza dubbio i dispositivi Lofrans, ma anche quelli prodotti dai brand Quick e Mz Electronic hanno un ottimo rapporto qualità/prezzo.

 Un ultimo consiglio. Quando siete all’ancora, non lasciate che il tiro dell’ancora scarichi sul barbotin e sul verricello. Non è nato per quello. Munitevi di uno stroppo di cima robusta da fissare un paio di metri fuori dal musone. Stroppo che fisserete poi dando volta alla galloccia sopravvento. Filate un altro mezzo metro di catena e voilà. Come d’incanto il salpa ancora sarà completamente alleggerito.


Marco Scanu, diplomato al nautico, conduttore imbarcazioni, si occupa di comunicazione soprattutto in campo nautico.



  • Pubblicato il
  • 21/02/2024

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