Molti velisti puri storcono un po’ il naso quando si parla di catamarani. Non certo di multiscafi in genere visto che da millenni si usano in giro per il pianeta catamarani a bilancere o trimarani. Parlo proprio del catamarano da crociera, il “panettone” tipo condominio.
Evitando però i pregiudizi vediamo di elencare pregi e difetti delle due tipologie di imbarcazioni.
Partiamo subito da un primo elemento da analizzare: la tipologia di clientela.
Il charterista medio non è un vero navigatore. Il charterista medio ama il mare e la navigazione a vela, ma non vuole sbattimenti. Ecco allora che i cantieri, complici progettisti prezzolati, iniziano a sfornare dei miniappartamenti galleggianti con altezza interna da 2 metri e oltre, microonde, tv al plasma, aria condizionata, generatori di corrente e via dicendo. Il charterista medio vuole più o meno una villetta al mare, lontano dalle spiagge e dal caos.
Con questa clientela non è facile trovare scafi snelli, filanti e classici, con cavallini marcati, bompressi e poppe a canoa rovesciata. Si devono ottimizzare gli spazi e questo a discapito della linea, del peso, della grazia e questo vale sia per i catamarani che per i monoscafi (per favore non chiamateli BI-carena, Bi-albero o viceversa mono albero... brrr).
Ciò premesso analizziamo ora la parte relativa alla stabilità che è la loro differenza più evidente.
Le barche a vela a scafo singolo hanno una stabilità di forma e una di peso, cioè la forza sbandante del vento è compensata dalla spinta di galleggiamento della parte di carena sottovento e dal peso della chiglia, della pinna di deriva con o senza bulbo. In genere il peso della zavorra è pari al 30% del peso complessivo dell’imbarcazione. Quindi più aumenta l’angolo di sbandamento, maggiore sarà il momento raddrizzante. Gli scafi singoli infatti si raddrizzano sempre (se non si rompe qualcosa).
Diverso invece il catamarano che non ha una zavorra sotto la carena ma ha una larghezza tale che la stabilità di forma diventa l’unica reazione all’azione sbandante del vento. (per intenderci lo scafo sottovento spinge in alto per il principio di Archimede e lo stesso poi è molto lontano dalla base dell’albero e questo aumenta il momento raddrizzante). Il catamarano, una volta sollevato lo scafo sopravvento, più aumenta l’angolo di sbandamento, meno stabile diventa, sino al limite della scuffia, dalla quale non si esce senza un ausilio esterno. (Quelli da crociera non lo sollevano mai lo scafo sopravvento come leggerete dopo)
Quindi uno scafo singolo naviga sbandato e questo in genere dà fastidio, mentre un catamarano naviga “piatto” contribuendo al comfort di bordo. I grandi saloni infatti sono usufruibili anche durante la navigazione. I nuovi catamarani da crociera (Francia docet) non sbandano mai, hanno superfici veliche sottodimensionate proprio per quello e navigano anche con più di 30 nodi in perfetto assetto. (riducendo un po’ le vele)
Uno scafo singolo sarà più lento ma più “marino”, stringerà un miglior angolo al vento e insegnerà agli ospiti l’arte della vela.
Un catamarano sarà più veloce di circa un terzo (non è raro fare crociere a 10 nodi di media contro i 5/7 di uno scafo singolo a parità di vento).
Uno scafo singolo (se non ha deriva retrattile) ha un pescaggio maggiore e questo ne preclude approdi vicino alla riva o passaggi in acque basse.
Lo scafo singolo (dotato in genere di un motore ausiliario con elica a centro carena) ha più difficoltà a manovrare a motore in acque ristrette, soprattutto in retro. Un catamarano in genere dispone di due motori, uno per scafo e, nonostante la sua larghezza, ha un’ottima manovrabilità in quanto i due motori sono distanti e si possono usare per farlo anche ruotare sul posto.
D’altra parte un catamarano pagherà un ormeggio (anche se in transito) molto più caro di uno scafo singolo - in genere paga doppio - per via dello spazio occupato. Questo costo va chiarito subito prima della crociera per non trovarsi sorprese. Inoltre molti porti italiani non sono attrezzati per i grandi catamarani e in genere, qualora siano accettati, rischiate di farvi ormeggiare lontano dal centro del porto, quindi diventeranno necessari o un tender o delle biciclette o una camminata lunga, che, in caso di cambusa, diventeranno estenuanti fatiche.
Io quindi non mi schiero, in quanto la scelta dell’imbarcazione è una scelta che va pensata in base all’uso che ne farete. Tenete presente che, anche se i catamarani sono molto più spaziosi, in genere, proprio per questo, imbarcano più persone.
Attenzione a chi scegliete come vostri compagni di viaggio è una regola fondamentale sia per fare nuove amicizie che per non rovinarsi una vacanza.
Marco Scanu, diplomato al nautico, conduttore imbarcazioni, si occupa di comunicazione soprattutto in campo nautico.