In principio fu la
biscaglina. Una scala di cordame, realizzata con gradini di legno e stabilizzatori (gradini più lunghi, sino a 2 metri) che ne impediscono l'arrotolamento durante l'uso.
La necessità di far
salire a bordo il
pilota delle navi mercantili, la necessità di imbarcare qualcuno in
alto mare, il recupero dell'
uomo a mare, hanno reso necessario la costruzione e l'ottimizzazione della scaletta fuoribordo. Ora per navi e per il traffico della pesca, lo standard di sicurezza è regolamentato severamente dalle norme SOLAS (in inglese Safety of Life at Sea).
Talvolta trascurata, dimenticata, relegata in fondo ad un gavone, la scaletta è invece un accessorio che può fare la differenza tra
la vita e la morte.
Nell'immaginario collettivo, alimentato da film e leggende sul tema, si affaccia infatti uno scenario da incubo. Fare il
bagno in alto mare o
cadere dalla barca in alto mare e non avere una scaletta per poterci risalire.
Se all'incubo si aggiungono poi i ritrovamenti di imbarcazioni intatte ma senza nessuno a bordo, la paura si fa concreta e di conseguenza in ogni barca, grande o piccola, trova sempre posto una
scaletta di emergenza per le risalite dopo un bagno. Diciamo che il problema è più sentito per chi va a vela, soprattutto su barche dalle linee classiche, poppe alte e a canoa o a specchio rovesciato.
Barche che non hanno né spiaggette di poppa, né appendici di nessun tipo e quindi rientrano in quelle che si definiscono
barche da sogno ma che non devono trasformarsi in barche da incubo. Il panorama delle scalette è veramente vastissimo e spazia dalle biscagline in sagola, in sagola con gradini rigidi, in cavetto d'acciaio con gradini in alluminio, poi vi sono quelle tipo piscina con tubolari inox e gradini in materiale plastico ma con i
ganci pieghevoli per poterle riporre.
Ci sono poi le
scalette estraibili da un tubo, quelle estraibili da una
tasca in pvc appesa alle draglie o ai candelieri, Insomma, sia che abbiate una barca a motore che una barca a vela, dal piccolo natante alle imbarcazioni più grandi, l'importante è non tanto averla a bordo, ma aprirla prima che tutti siano in acqua.
E qui lo
skipper dovrebbe attivarsi per primo. Lui infatti è il responsabile non solo della conduzione della barca, ma anche dell'incolumità dei passeggeri e così come si accerta sempre del perfetto ancoraggio in rada, prendendo la maschera e facendosi un bagno se necessario, allo stesso modo si dovrebbe attivare per provvedere una scaletta di risalita. Un buon skipper infatti non si butta in acqua insieme agli ospiti o amici che siano; in primo luogo, come detto si occupa della sicurezza della barca e delle persone, solo allora potrà immergersi e rilassarsi, anche se io personalmente non ho mai lasciato la barca da sola, in genere faccio il bagno quando qualcuno è già risalito.
Ad ogni modo ormai, è diventato comune predisporre a poppa una piccola spiaggetta. Si chiama
spiaggetta o plancetta di poppa quella piccola piattaforma realizzata con struttura tubolare inox e doghe di legno duro, che si fissa allo
specchio di poppa a circa mezzo metro dall'acqua e sulla quale si monta una
mini scaletta in legno e acciaio, di pochi gradini, da immergere prima del bagno. Anche se ci si dimentica di aprire la scaletta, la stessa normalmente può essere manovrata dall'acqua rendendo le operazioni di risalita veramente semplici. Se poi la nostra barca è grande a sufficienza, allora la plancetta sarà il ritrovo di tutti, tra un bagno e l'altro, sarà la rampa di partenza per le escursioni in SUP o sarà un comodo
prendisole per le signore.
Marco Scanu, diplomato al nautico, conduttore imbarcazioni, si occupa di comunicazione soprattutto in campo nautico.