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La Bussola e l’Orientamento

LA BUSSOLA E L'ORIENTAMENTO



Primo accessorio tra quelli indispensabili alla navigazione, deve la sua invenzione alla scoperta del magnetismo terrestre intorno all’anno mille in Cina.
Utilizzata inizialmente come fenomeno da baraccone per il divertimento degli spettatori, la sua applicazione per la navigazione venne scoperta nel 1200 circa ad Amalfi e utilizzata in Europa da amalfitani e arabi da quel periodo in poi. Pare comunque che anche i vichinghi utilizzassero un ago magnetizzato durante le loro esplorazioni.
Per rispondere alle necessità della navigazione si rese necessario appoggiare l’ago magnetizzato su un perno centrale con bassissimo attrito per favorirne la direzionalità. Intorno al perno si creò una ghiera suddivisa in 4 quadranti da 90 gradi per completare la funzionalità e si marcarono i gradi. Tutto l’apparecchio venne poi protetto da semisfere di vetro e immerso in un liquido per ammortizzare gli effetti del movimento della barca e lubrificare il tutto. Dall’acqua, che si gelava alle alte latitudini, si passò poi ad una miscela di acqua e alcool, per finire poi con composti chimici.
Era nata la bussola moderna. Improvvisamente la navigazione diventava più sicura e l’esplorazione più ardita.

Ma la bussola non è esente da errori.

  • Il primo, chiamato deviazione, è dovuto alla deviazione (appunto) della direzione del campo magnetico terrestre dovuta a grandi masse ferrose che lo influenzano. Le navi appunto sono grandi ammassi ferrosi. Per ovviare a questo errore, le bussole posizionate sulle grandi navi sono montate su apposite torrette, chiamate chiesuole, fornite di elementi ferrosi componibili o posizionabili per correggere la deviazione (in genere sono due palle ferrose ai lati della chiesuola e alcuni tondini ferrosi al suo interno).
  • Il secondo errore delle bussole magnetiche è la declinazione, cioè l’angolo formato tra il nord magnetico (indicato dalla bussola) e il nord geografico e i due poli non coincidono e più si va verso i poli più ampio è l’errore. Gli scarti di declinazione sono indicati sulle carte nautiche che state utilizzando.
  • Altro errore delle bussole magnetiche è quello dovuto ai movimenti rapidi (per quello che il sistema, come detto, viene ammortizzato e rallentato con un liquido) ragione per la quale non può essere utilizzabile in aereo.


Per un continuo monitoraggio della fedeltà della bussola, occorre una seconda bussola non magnetica ma giroscopica.


La girobussola

La girobussola è un sistema di orientamento basato sul principio proprio dei giroscopi di mantenere la posizione quando sottoposti a rotazione veloce (avete presente una trottola?) solo che per fornire tale movimento rotatorio rapidissimo è necessario un motore.
La girobussola è quella utilizzata sulle navi, sugli aerei e sui mezzi di locomozione motorizzati, è esente da errori e compensazioni. A differenza della bussola magnetica risente solo di un effetto chiamato precessione apparente, dovuto alla rotazione terrestre, quindi deve essere periodicamente riallineata utilizzando una bussola magnetica. Una testa l’altra.
Come riserva ad ogni modo a bordo è sempre presente una bussola magnetica. Se mancasse del tutto l’energia si dovrebbe essere in grado di governare comunque. (In teoria)
A bordo della nostra barca tuttavia, non esistono grandi masse ferrose a meno che non possediamo una navetta in acciaio e allora valgono tutte le indicazioni di poc’anzi. In genere navigheremo con una barca in materiale plastico o di legno, entrambi materiali non magnetici. Di conseguenza una normale bussola magnetica farà egregiamente il suo lavoro.


Ma come orientarsi se la bussola si rompe?

Sin dai tempi antichi si è scoperto che il sole sorge sempre in una direzione  e tramonta in quella opposta. Bene, abbiamo quindi trovato l’est, (alba) e l’ovest (tramonto). Se ci disponiamo in piedi con il braccio destro a est e quello sinistro a ovest, in faccia avremo il nord e alle spalle il sud. Facile.
Meno facile sicuramente sarà di notte in quanto dovremo identificare la stella polare. Non è così semplice ma non è impossibile. Sono soldi spesi bene quelli impiegati per un breve corso di astronomia, magari presso un planetario. In alternativa esistono diverse applicazioni per telefonino in grado di leggere le stelle. Potrebbe essere un buon primo passo verso una maggior padronanza dell’orientamento.
Ormai tutte le comodità che ci circondano ci hanno fatto perder l’istinto e le capacità innate degli animali.
Ecco, tornare in mare è anche un ritorno alle origini. 



 

Marco Scanu, diplomato al nautico, conduttore imbarcazioni, si occupa di comunicazione soprattutto in campo nautico.



  • Pubblicato il
  • 02/06/2021

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