È notizia di qualche mese fa l’affondamento in Mediterraneo di My Song, il Baltic di 40 mt dell’armatore Pierluigi Loro Piana. (n.d.r. fine maggio 2019) La notizia è rimbalzata sulla stampa specializzata e sui social come un lampo, soprattutto per la modalità dell’evento.
Una barca che affonda è triste, ma è un evento che disgraziatamente può accadere. La storia è ricca di episodi di affondamenti.
Quello che colpisce e sorprende invece di questo ultimo dramma è che My Song non era in navigazione ma era sul ponte di un cargo che la trasportava dai Caraibi al Mediuterraneo dove avrebbe iniziato la serie di regate di categoria.
Dal cargo? Dalla nave? Purtroppo sì. Durante la navigazione a causa del mare mosso My Song ha rotto la fasce che la fissavano all’invaso ed è precipitata in mare danneggiandosi nella caduta dall’alto al punto che ha iniziato subito ad imbarcare acqua non appena toccato il mare. Le indagini e gli accertamnto sono ancora in corso ma in linea di massima si evince quanto detto. Le presunte responsabilità rimbalzano tra la compagnia che ha effettuato il trasporto e l’equipaggio di My Song che ha assisitito al fissaggio della barca.
Ad ogni modo il gioiello del re del tessile è perduto ormai e la quesione è ormai diventata una sotria di carta bollata.
Io personalmente ho visto alcune foto della barca rizzata in coperta. In alto, con l’albero armato. Mi è subito venuto il dubbio sul perché fosse stata caricata di lato, e soprattutto perché non fosse stata disalberata.
Su una barca di 40 metri l’albero sicuramente si aggirava sui 60 metri. Avete idea di quale brandeggio potesse avere con mare mosso? (in quel momento onde di 4 mt) per quanto fosse in carbonio, un “momento” non indifferente che potrebbe aver contribuito al dissaldamento (l’invaso era saldato in coperta) del manufatto che ha determinato la perdita del carico. E la nave non era neanche tanto grande (circa 135 mt)
Gli interrogativi non sono pochi, ma rimane il principale che per ora rimane senza risposta.
Perché My Song non ha navigato dai Caraibi invece che farsi pigramente trasportare?
Sono scelte dell’armatore sulle quali non si discute, ma possiamo prendere spunto per parlare di trasporto.
L’Italia è un paese che per la sua forma è invidiato da tutto il monedo. Ma questa sua forma costituisce anche un grosso problema per i trasporti.
Se per esempio si compra una barca in Veneto o in Croazia e la si vuole portare in Tirreno o il contrario, cosa conviene fare?
Affidarsi ad un trasportatore su gomma o navigare?
Basta farsi due conti. In genere le tariffe sono a chilometro per il trasporto su strada e a miglio in mare. Se affidate il trasporto ad una ditta specializzata, non dovete fare nient’altro che staccare l’assegno o fare il bonifico, penseano a tutto loro, carico, trasporto, scorta tecnica, permessi e varo. Invece se affidate la barca ad uno skipper (in genere con un aiuto) dovrete mettere a preventivo unn eventuale ritardo per maltempo e il viaggio di ritorno (o di andata) dello skipper e del marinaio.
Per fare un esempio (ma non siamo molto distanti dalla realtà) la tariffa di un trasferimento via mare prevede un costo che varia tra i 3 e i 5 euro al miglio escluso carburante e cambusa e varie ed eventuali come spiegato poc’anzi. Alla fine per un trasferimento di 500 miglia si spenderebbe una cifra che oscilla tra i 3.000 e i 4.000 euro, al quale si somma il costo carburante.
Valutare quindi un trasporto via terra è sicuramente più economico ed interessante sulla media/ lunga distanza.
Infatti in un trasporto via terra, il costo più elevato è il mezzo e il mezzo va utilizzato sia che portiate la barca dal cantiere al mare a 5 chilometri o dal Veneto alla Liguria.
Quindi su brevi distanze è ovviamente più economico un trasferimento via mare.
In ogni caso fatevi bene i calcoli ma non solamente quelli economici, nel conto vanno inserite anche i rischi e le variabili del meteo. Diciamo che una soluzione perfetta non esiste e My Song ne è una testimonianza, esistono invece delle soluzioni adatte al nostro caso che conservano comunque un margine di rischio. Ma non è anche questo il fascino della barca?
Marco Scanu, diplomato al nautico, conduttore imbarcazioni, si occupa di comunicazione soprattutto in campo nautico.