Sin dai tempi dei primi
marinai, si è capita l’importanza della protezione dalle intemperie durante la
navigazione.
Infatti, ed è noto, durante l’avanzamento della nostra bella
barca, l’effetto del
vento apparente sulla pelle, non ci fa sentire i danni che può arrecare il sole. Poi in rada non ne parliamo, dopo il bagno, dopo l’abbronzatura o si è costretti a scendere sottocoperta o inevitabilmente si monta il
tendalino. (Io nella mia prima barca da
campeggio nautico montavo un grosso ombrellone da spiaggia opportunamente incastrato e legato) In principio si chiamava
cagnaro e il suo compito principale, come detto, era
proteggere il pozzetto sia dal sole che dalla
guazza notturna. Era fatto da un semplice telo rettangolare che (sulle barche a vela) veniva steso sopra il
boma e legato agli angoli. L’aspetto era quello di una
tenda canadese. Negli anni successivi si è passati ad un uso più frequente dei tendalini che necessitavano però di un altro tipo di struttura per essere distesi e messi in opera.
I
tendalini di concezione moderna hanno una
struttura metallica (alluminio o acciaio inox) che, opportunamente incernierata, permette la loro apertura e chiusura come un grande ventaglio. Ve ne sono di tanti tipi e modelli, da quelli leggeri
non adatti alla navigazione ma solo alla sosta, a quelli “blindati” e aggregati alla struttura della consolle o del pozzetto che si possono tenere aperti sempre.
Anche le dimensioni sono variabili, da quelli per gommoni e scafi aperti di 4/5 metri sino a quelli che proteggono i pozzetti delle
barche a vela più grandi. In alcuni modelli (adatti alle navigazioni più impegnative) i tendalini sono muniti di un
cupolino anteriore(finestrato) che gli dona un maggiore
coefficiente di avanzamento e non prende inutilmente vento, con evidenti vantaggi anche per le navigazioni invernali visto che ripara egregiamente da tutti gli
spruzzi e da qualche cresta di maroso. I
materiali di costruzione, come detto, sono abbastanza noti e semplici. Metallo per la struttura e
poliestere per la copertura. Qualora fosse finestrato le finestre sono in PVC trasparente.
Se la struttura, la barca e il tipo di navigazione lo consentono, è facile trovare
tendalini fissi che offrono appoggio a
pannelli solari o fotovoltaici. In genere i tendalini fissi li si monta su barche di una certa dimensione e non li si tocca sino a fine stagione. D’altra parte è facile trovare
tendalini leggeri richiudibili che si installano anche su piccole imbarcazioni e che si mettono in opera appena ci si ferma in baia o in porto, con delle ritenute regolabili e degli stroppi di cima.
La manutenzione del tendalino richiede poco ma quel poco deve essere fatto. Tutti i danni da
raggi ultravioletti e tutta la
pioggia, lo
smog, l’unto della grigliata in pozzetto, il ritorno dello
scarico del diesel, le deiezioni dei gabbiani ecc … risparmiano la nostra pelle, per fortuna, ma invecchiano il tessuto. Ragione per cui sarebbe opportuno lavarlo dalla salsedine almeno una volta al mese (con un’idropulitrice si fa veloce) e una volta a stagione andrebbe rimosso, (se il tessuto non è rivettato) controllato nel suo telaio e nelle cerniere e sarebbe opportuno lavare bene il telo (in genere sono due o tre pezzi che si uniscono con
cerniere)
Il lavaggio in lavatrice è fortemente sconsigliato primo perché serve una lavatrice industriale, per intenderci quelle che lavano i tappeti, e poi perché il
poliestere non ama i detersivi di casa. Il lavaggio ideale del tendalino è con acqua dolce e prodotti appositi che potete trovare a prezzi vantaggiosi anche sul nostro
shop on line. Sono soldi spesi bene. Poi, chiaro, come tutte le cose anche i tendalini invecchiano e con il tempo e le intemperie, ma soprattutto con il sole, il tessuto diventa rigido, fragile e si sbriciola. È arrivato il momento della sostituzione.
Il mercato è veramente ricco di modelli di tutti i materiali e dimensioni, per tutte le tasche e per tutte le navigazioni. In confronto al costo della barca, il tendalino è veramente poco impegnativo, ma senza una buona protezione in pozzetto farà la differenza tra una vacanza indimenticabile ed un incubo.
Marco Scanu, diplomato al nautico, conduttore imbarcazioni, si occupa di comunicazione soprattutto in campo nautico.