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Il telo copribarca. Guida e consigli per l'acquisto




L'ambiente marino o lacustre, come si sa è un ambiente ad alto invecchiamento, basta guardare negli occhi un pescatore o vedere le devastazioni delle appassionate dell'abbronzatura a mezzogiorno e ci accorgeremo di quanto il sale e il sole possano invecchiare la pelle. Nonostante il potere rigenerante della pelle, le creme di protezione e i vari balsami, la pelle si incartapecorisce lo stesso.

I raggi UV non perdonano.

Immaginatevi cosa succede al gel coat della nostra barca che, essendo poliestere si sgretola a livello molecolare per effetto dei raggi UV, o alla gomma dei tubolari che si secca e si spellicola, o ai legni di rifinitura che si ingrigiscono se nudi o sfogliano la pellicola di flatting o addirittura ai metalli in ambiente umido e salino che sono sottoposti a correnti galvaniche prodotte dalla carica elettrica degli elementi in ambiente umido.

Per non parlare delle deiezioni degli uccelli che amano particolarmente posarsi sulle barche per defecare.

Se vogliamo possiamo aggiungere la pioggia che, in genere, invece di pulire, sporca la barca e si infila negli angoli più reconditi, andando a rovinare materiali, contatti elettrici, braccioli di rinforzo di legno, serrature, dotazioni di sicurezza, appesantendo tutta la stratificazione in quanto, spesso, non solo nelle stampate più economiche, alcune parti delle sentine e dei gavoni non sono impermeabilizzate perfettamente.

Poi, se la barca è ormeggiata in un porto industriale o nelle vicinanze, vanno aggiunti gli scarichi dei motori delle navi commerciali (sempre accesi), le polveri dei carichi e scarichi delle rinfusiere, polveri di saldature e smerigliature varie (viste con i miei occhi) le muffe e gli inquinanti, diventa obbligatorio, se teniamo alla nostra barca, l'acquisto di un telo di protezione.

Da non sottovalutare anche gli sbalzi termici che in primavera in alcune zone possono arrivare ad oltre 15 gradi con conseguente restringimento e dilatazione quotidiana dei materiali.

A cosa servono i teli copribarca?

Considerato che sono molte di più le ore che la nostra amata barca trascorrerà ferma in porto (a terra o in acqua), rispetto a quelle trascorse in navigazione, è necessario disporre di una copertura di protezione per il natante, un telo copribarca, insomma.

Se infatti proteggeremo la nostra barca con un buon telo potremo avere i seguenti vantaggi:
  1. Ritardare l'invecchiamento dei materiali e il conseguente deprezzamento del manufatto.
  2. Avere meno manutenzione da fare e più ore per godere della barca in navigazione (invece che perderle a carteggiare o a riverniciare o a pulire tirando giù le madonne)
  3. Navigare su una barca in ordine e pulita fa bene quanto la consapevolezza di avere un motore perfetto.

Come scegliere la copertura giusta per la nostra barca?

Nel momento in cui dobbianìmo fare una scelta, quali materiali e forme dobbiamo prediligere?

La prima scelta è quella dell'uso che ne dobbiamo fare.
  • Se la barca è piccola, viene trasportata, varata e alata ogni volta, trasferita col carrello ecc… prediligeremo un telo più robusto, pesante, con numerosi ancoraggi e ritenute, adatto ai viaggi in autostrada.
  • Se la barca è "stanziale" potremo prevedere una copertura più leggera adatta ai tre mesi che passerà in acqua prima dell'invernaggio in cantiere o in garage.
  • Se la barca rimane in acqua, il telo, come detto, è indispensabile e fermo restando che non potremo certo coprirla tutta, la protezione dovrà coprire il più possibile lasciandoci nel contempo la possibilità di salire e scendere.
Per quello che riguarda la forma e la qualità abbiamo due strade da percorrere. La prima è quella del telo di serie, economico e affidabile, acquistabile fornendo solo le misure.

La seconda opzione è quella del telo artigianale e/o su misura.

Se la barca è grande, con sovrastrutture, bimini, boma, flying bridge ecc… sarà molto difficile trovare sul mercato un telo adatto. Si renderà quindi necessario affidare l'incarico ad un tappezziere (velaio) che verrà in barca a prendere le misure ed eseguirà il lavoro in maniera sartoriale.

Diciamo che l'operazione, a parità di dimensioni costerà circa il triplo rispetto all'acquisto di un telo di serie, ma saranno comunque soldi ben spesi per via di quanto detto poc'anzi.

Per quello che riguarda i materiali, il telo in poliestere la fa da padrone come sempre, economico, robusto e affidabile, fornito in diverse grammature, spalmato o no di materiale impermeabile è il materiale per eccellenza in ambito nautico (le vele sono in poliestere, le scotte sono in poliestere, le resine e i gel coat sono poliestere).

Esiste, per la verità, anche la possibilità di realizzare il telo in PVC (il telo dei cassoni dei camion per intenderci) ma il peso eccessivo e il fatto che non sia traspirante (con con tutte le conseguenze del caso a partire dalle muffe che si annidano anche nella porosità del gel coat) ne sconsigliano l'uso se non in poche applicazioni o con particolari accorgimenti.


Marco Scanu, diplomato al nautico, conduttore imbarcazioni, si occupa di comunicazione soprattutto in campo nautico.

  • Pubblicato il
  • 14/02/2024

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