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Il Plancton. Perché è così importante per la vita dei mari

 
Abbiamo sentito spesso parlare di plancton come di alimento primario per grandi mammiferi marini oppure, incantati, lo abbiamo visto luminoso nelle notti estive intorno alla nostra barca.

Ma ora vediamo cos’è esattamente il plancton e come conoscerlo meglio.

Può essere importante per noi che amiamo il mare.

Il nome Plancton deriva dal greco “vagabondo” e questo già dice molto sul destino di questi orga-nismi, infatti la definizione ufficiale di Plancton è la categoria ecologica che sta alla base della catena ali-mentare che comprende un complesso di organismi viventi animali e vegetali non in grado di spostarsi in autonomia ma che si lasciano trasportare da correnti, vento e moto ondoso

Tra gli organismi animali, vegetali e microscopici del plancton citiamo: virus, batteri, miceti, archei, alghe monocellulari e pluricellulari, protozoi, larve, molluschi, crostacei e meduse.

Lo dividiamo subito in due macro categorie:
  • Il fito plancton (come dice il nome, organismi vegetali)
  • Lo zooplancton (organismi animali) le due categorie però, in natura sono sempre miscelate tra loro.

A ogni modo, non esiste gruppo di animali, viventi in mare o in acqua dolce, che non sia stato in qualche stadio di sviluppo nel plancton. Diciamo che, da questo stadio quindi ci passano quasi tutti gli animali marini che vivono sui fondali.

Così come le api e gli insetti, benché piccolissimi, sono fondamentali per la vita sulla terraferma e la loro salute è preziosa, così la salute del plancton è fondamentale per la vita in mare.

Come è facile intuire, il plancton è la prima vittima dell’inquinamento delle acque e disgraziatamente, a causa della mala gestione dei rifiuti, le microplastiche stanno sovente contaminando anche la base della catena alimentare.

Gli animali marini come è ormai tristemente noto, involontariamente, si stanno nutrendo anche di scarti plastici vari. 

I polimeri presenti nelle acque sono polverizzati e ridotti a particelle di pochi millimetri, sia dal logorio della loro lenta trasformazione, sia dai raggi UV che, come sappiamo, cristallizzano le plastiche in genere, soprattutto il poliestere, con gravissime conseguenze sulla salute degli animali che li ingoiano involontariamente, quindi con gravi danni all’ecosistema e alla salute dell’uomo.

Purtroppo, le ricerche supportate da fotografie,  non lasciano adito a dubbi. Ormai plancton e microplastiche sono una miscela eterogenea e tossica.

Un recente studio del National Geographic (2020, aggiornato al 2022) mostra in maniera inequivocabile la sorte che attende le creature marine e, in seconda battuta, anche noi.

Migliaia di animali marini muoiono ogni giorno per essersi nutriti di plancton contaminato da plastiche. Basta immaginare una balena che, per nutrirsi, ingoia decine di metri cubi di acqua ogni “boccone” per trattenere poi solo le parti solide, il più delle volte contenenti plastiche.

Nonostante questo scenario drammatico, perché proprio di dramma si tratta, il plancton ci regala anche emozioni sorprendenti.

In alcune zone dell’oceano si verifica un magico fenomeno che a me richiama molto, come effetto e come emozione, l’aurora boreale.

Parlo del fitoplancton bioluminescente.

Alcuni organismi del fitoplancton sono bioluminescenti, in grado cioè, se toccati o disturbati, per esempio dal passaggio della nostra barca, di emettere una luce blu. Come fossero piccoli neon. Come le lucciole che emettono una lucina verde, questi organismi si illuminano a milioni lasciandoci stupiti a guardare in silenzio la scia luminosa della nostra barca o le orme luminose dei passi sul bagnasciuga.

Un miracolo emozionante.

Non sappiamo per quanto tempo ancora potremo assistervi, vista la minaccia che incombe. Il prezioso plancton sta morendo, ma è una morte silenziosa, non fa rumore. 

Con piccoli gesti quotidiani possiamo fare tanto, e a me piace crederlo, per proteggere il pianeta blu. Piccoli gesti come quelli che ci vedono in prima fila a non usare materiali usa e getta, che ci vedono inoltre responsabili nella gestione dei rifiuti in casa e in barca. Che ci vedono responsabili anche negli acquisti e nella corsa al rinnovo del guardaroba (una buona parte delle plastiche in mare sono microfibre di poliestere eliminate dalla lavatrice).

È anche e soprattutto con i piccoli gesti e con una buona coscienza ambientale da trasmettere ai nostri figli che inizia il cambiamento.

A noi esseri umani spetta la responsabilità di salvaguardare il nostro meraviglioso pianeta. 


Marco Scanu, diplomato al nautico, conduttore imbarcazioni, si occupa di comunicazione soprattutto in campo nautico.

  • Pubblicato il
  • 21/12/2022

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