I tessuti per la nautica
Anche se in giro si vede di tutto, dalle lenzuola utilizzate per fare vele (funziona veramente) ai cannicciati per mettere in ombra i pozzetti, se non vogliamo accelerare l’invecchiamento della nostra amata barca, saremo costretti a coprirla per proteggerla soprattutto dai raggi del sole, visto che proprio i raggi UV sono i diretti responsabili della reazione chimica che “sfarina” opacizza e rende fragile il poliestere.
Quindi, in ordine di delicatezza, sono da proteggere i legni di bordo (vernici a base di poliestere), il cordame di bordo, tutto in poliestere o in materiali ancora più delicati, il pozzetto con la strumentazione, insomma anche se la vostra barca è in legno (cosa ormai rara) la protezione è indispensabile. Avrete senz’altro visto in qualche porto le barche in legno d’epoca che hanno coperture per tutto, teli su teli, tanto da assomigliare ad un burka.
La protezione costa, certo, ma nel bilancio di una manutenzione costa molto di più il ripristino della coppale (la vernice trasparente per i legni che va stesa in decine di mani) o della costosa epossidica trasparente.
E poi basta ricordare che le protezioni trasparenti per i legni non sono solo estetiche ma proteggono l’essenza, tant’è che nei punti dove la vernice è saltata, inizia a marcire il legno sottostante.
Per ultimo ma non meno importante, ovvio, c’è da proteggere la nostra testa e la pelle. Andare per mare è bello anzi è magnifico ma poter disporre di un tettuccio, un Bimini, o un ombreggio, non ha prezzo. Anche il semplice cagnaro montato sul boma in rada, sarà la nostra veranda sia per i pranzi che per le cene e ci proteggerà sia dal sole che dall’umido notturno.
Se poi la nostra barca è carrellabile non fa differenza, il telo per proteggerla è indispensabile. Anche i gommoni, nella loro semplicità ed economicità hanno necessità di un telo. Il sole aggredisce anche l’Hypalon e il PVC.
Quali caratteristiche deve avere il materiale del telo di copertura?
Un buon tessuto marino deve rispettare le seguenti caratteristiche:
- Leggerezza
- Impermeabilità
- Robustezza
- Resistenza ai raggi UV
- Resistenza ad agenti chimici (carburanti, olio ecc …) salsedine, vento.
Diciamo che la chimica negli ultimi anni ha fatto passi da gigante, ne abbiamo parlato nel capitolo delle vele, e anche per i tessuti di copertura il progresso si è fatto sentire.
Possiamo affermare che il tessuto più diffuso che riunisce tutte queste caratteristiche è il Poliestere (ma guarda un po’ … ) ma stavolta spalmato di PVC per immersione e non in accoppiamento, alfine di creare una superficie unica che inglobi le caratteristiche di entrambi i materiali. Non ultimo, se il PVC in questione è classificato M2 sarà anche ignifug (fa fumo ma non produce fiamma).
Se non vengono usati i suddetti materiali per la confezione dei nostri teli, verranno meno una o più caratteristiche che abbiamo già elencato.
Altra caratteristica del PVC è quella di essere antimuffa. L’umido si sa, in barca è re. Piegare il telo e riporlo asciutto nel gavone non è cosa semplice e talvolta è impossibile, soprattutto se ci becchiamo la settimana di scirocco. Allora se abbiamo scelto un buon materiale, quando lo apriremo di nuovo lo ritroveremo probabilmente ancora umido ma senza muffe. Il PVC impedisce la formazione di microorganismi che poi ci ritroveremmo in giro per tutta la barca.
Un fattore ulteriore da tenere presente è che non potrete incaricare un tappezziere di cucirvi un telo usando i tessuti da tendaggi, anche se per esterni. Consistenza, resistenza, dinamica, sono differenti e poi, in linea di massima, il telo che ombreggia il vostro balcone, in inverno lo riavvolgete e lo proteggete anche nelle giornate con vento forte, mentre il telo della barca è sempre esposto.
Disporre di un materiale specifico ci semplificherà anche il rognoso compito della pulizia. Il sale infatti va via subito con un po’ di acqua dolce ma le macchie di carburante (gasolio) e di olio lubrificante per non parlare di quelle del vomito o del vino sono antipatiche da eliminare. Meglio spendere qualcosa in più ed avere più tempo da passare in mare e meno a faticare.
Quale colore scegliere?
A questo punto, una volta decisa la qualità del tessuto, non ci resta che scegliere il colore. Ma quale? Ogni scelta ha i suoi vantaggi e svantaggi. Scopriamoli.
Bianco: Elegante, rimane fresco ma abbaglia e ha un’ombra poco “rinfrescante”. Inoltre, ovviamente, è più soggetto allo sporco.
Blu: il più usato sia per il colore da marinaio che per l’eleganza, crea un’ombra scura e molto “fresca”. Tende a sbiadire nel tempo (come lo scafo blu d’altronde)
Ecru: molto elegante su barche classiche soprattutto a vela. Il colore alla fine è solo una questione di gusti e di abbinamento con il colore della barca e dei suoi accessori (parabordi).
Se la barca è piccola, potete trovare in commercio teli già pronti a misura, che ovviamente costano meno visto che l’artigiano non deve salire a bordo e le dime sono standard.
A magazzino abbiamo un vasto assortimento di coperture e
tendalini per barche e gommoni già pronti. Disponiamo anche di telai ed elementi di raccordo sui quali montare poi il tendalino del tappezziere
Marco Scanu, diplomato al nautico, conduttore imbarcazioni, si occupa di comunicazione soprattutto in campo nautico.