A tutti gli appassionati di mare è capitato di ritrovarsi a
gonfiare qualcosa. Prima le ciambelle, poi i braccioli di qualche bambino, forse poi un materassino e via dicendo. Ma sicuramente quando era il momento di gonfiare il
canotto era un
fuggi fuggi di ragazzini. Si sa, è molto faticoso e stremante perché si va spesso in
iperventilazione e ci si sdraia in
spiaggia con i giramenti di testa. Qualcuno poi arrivava con un gonfiatore. A quei tempi (anni 70) erano di gomma, a forma semisferica e si usavano col piede. L’abbiamo usato tutti sicuramente.
Poi piano piano, sono stati introdotti altri tipi di gonfiatori più efficienti e meno faticosi. Quelli a soffietto, una naturale evoluzione di quelli in gomma. Si tratta di uno stantuffo in PVC con una struttura metallica a semi ventaglio che riproduce i
mantici delle fucine.
Hanno una capacità di circa 5/6 litri/minuto e sono molto efficienti anche per gonfiare il gommone (magari non troppo grande). Hanno in dotazione una serie di beccucci che in genere si adattano a qualsiasi tipo di valvola.
All’interno un’altra valvola impedisce all’aria di tornare indietro quando il movimento ritorna su per ricaricarsi. E se opportunamente manovrata, la stessa valvola di non ritorno è utilissima per accelerare lo
sgonfiaggio del gommone. Di contro hanno
scarsa pressione, non raggiungono neanche mezzo bar, talvolta pochi decimi di bar e sono quindi adatti per ritocchi del gommone sgonfio ma non per i SUP o per altri gonfiabili di bordo.
Sempre rimanendo negli accessori manuali, risultano molto affidabili e professionali le pompe a stantuffo, simili a quelle usate per le
biciclette. Sono pompe verticali, cilindriche, che gonfiano sia durante la compressione che nella fase di risalita accelerando notevolmente l’operazione. Sono adatte per gommoni (meglio averne sempre una a bordo) e per tutti i gonfiabili, SUP in testa. I gonfiabili sono di diverso tipo e quindi avere una pompa manuale che possa eccellere in tutti i settori non è facile. Infatti le canoe gonfiabili, i canotti, i gommoni ecc sono da gonfiare a 1/1.5 PSI, mentre un SUP arriva facilmente a 15 PSI.
Ecco di seguito la tabella di conversione BAR/PSI
Bar |
Psi |
1.0 |
14 |
1.1 |
16 |
1.2 |
17 |
1.3 |
19 |
1.4 |
20 |
1.5 |
22 |
L’unica attenzione che dovrete prestare alle pompe manuali ad alta pressione è la tenuta della guarnizione e il saltuario ingrassaggio. La guarnizione di tenuta è un
O-ring che, se non di buona qualità o per uso improprio o per esposizione della pompa a eccessivo calore, si rompe. (le ultime pompate del
SUP sono veramente dure …) In genere tendono a vendervi un’altra pompa, ma se la smontate e prelevate la guarnizione potete reperirne un’altra con facilità. Ovviamente se volevate fare un’uscita in
SUP o in Kite, il gioco è rimandato.
In soccorso e per renderci la vita comoda, sono in commercio svariati tipi di
pompe elettriche portatili, la maggior parte a 12 volts.
Sono veramente praticissime e relativamente economiche, necessitano in genere di un allaccio all’accendisigari di bordo o dell’auto. In caso di necessità di pressioni elevate, non essendo sufficiente la potenza dell’accendisigari, sono dotate di morsetti per collegarle direttamente alla
batteria servizi di bordo o dell’auto. Sono dotate di
manometri in genere elettronici, digitali provvisti o meno di blocco automatico della compressione dell’aria al raggiungimento del PSI previsto.
Altra chicca di ultima generazione sono i
gonfiatori a batteria. Sono praticissimi per un uso sportivo grazie al peso ridotto. Un esempio classico di utilizzo è quello relativo al gonfiaggio del Kite surf. In genere questa disciplina viene praticata lontano dal traffico nautico e balneare e talvolta il kiter si deve caricare in spalla zaino e tavola e camminare parecchio. Una piccola pompa portatile che possa avere autonomia di 4/5 gonfiature, è senza dubbio un valore aggiunto per il piacere della giornata.
Come sempre dipende molto dall’utilizzo che si deve fare della pompa. In genere comunque una pompa o a soffietto o a stantuffo dovrebbe essere sempre presente su ogni barca.
Marco Scanu, diplomato al nautico, conduttore imbarcazioni, si occupa di comunicazione soprattutto in campo nautico.