Le immagini dell’emergenza ambientale relativa al continente di plastica galleggiante nell’oceano Pacifico, quelle delle migliaia di vite animali che ne pagano le conseguenze o le più belle spiagge del pianeta ricoperte di rifiuti, hanno fatto il giro del mondo e ci hanno colpito in maniera particolare. Hanno colpito soprattutto le nostre coscienze, noi che il mare ce l’abbiamo dentro e che lo amiamo come fosse uno di famiglia. Fa male al cuore vedere come ci siamo ridotti, cosa lasceremo ai nostri figli. Qualcosa però la possiamo fare, aldilà della imperversante retorica.
Durante le nostre vacanze in barca non è raro infatti imbattersi nei problemi legati allo smaltimento dei rifiuti, sia quelli prodotti da noi che quelli che troviamo in giro per le spiagge,(sarebbe bello che ne raccogliessimo un po’).
Ma in buona sostanza dove buttiamo l’immondizia che abbiamo o produciamo a bordo?
La normativa di riferimento è il Decreto Legislativo 24 giugno 2003, n. 182 che trova poi la sua applicazione e le sue specifiche nelle legislazioni regionali che vengono poi fatte applicare ai porti e alle marine. “Esso si basa su tre principi fondamentali: la precauzione, l’azione preventiva e il principio di “chi inquina paga”, nel senso che la salvaguardia dell’ambiente è un onere che deve essere necessariamente sostenuto principalmente dai potenziali produttori di inquinamento/rifiuti.
Gli approdi turistici e le darsene per le unità da diporto dovranno dotarsi di impianti di raccolta adeguati a ricevere i normali rifiuti prodotti dalle unità da diporto, nella più ampia accezione del termine. Si fa particolare riferimento alle cosidette “isole ecologiche” nelle quali si può convogliare, generalmente, la quasi totalità dei rifiuti quali: rifiuti urbani ed assimilabili, carta, metalli, plastica, vetro, olii usati e batterie esauste. Sarà poi a carico del gestore provvedere allo svuotamento periodico di detti contenitori, avviando i rifiuti allo smaltimento o recupero presso i relativi Consorzi Obbligatori. Pertanto si evidenzia come, ancorché in quantità limitata, i rifiuti prodotti a bordo delle unità da diporto debbano essere trattati secondo stretta normativa e controllo.
I punti salienti sono i seguenti.
Tipo di rifiuto | Fuori aree speciali | In aree speciali |
Materie plastiche | proibito | proibito |
Materiali da imballaggio Avvolgimento e legatura |
>25 mg dalla costa | proibito |
Carta stracci vetro bottiglie utensili da cucina e simili | >12 mg dalla costa | proibito |
Carta stracci vetro bottiglie utensili da cucina e simili frantumati* | >3 mg dalla costa | proibito |
Rifiuti alimentari non triturati | >12 mg dalla costa | >12 mg dalla costa |
Rifiuti alimentari triturati | >3 mg dalla costa | >12 mg dalla costa |
Rifiuti mescolati con altre sostanze | Si applicano le norme più restrittive | Si applicano le norme più restrittive |
* I rifiuti triturati o frantumati devono poter passare attraverso un setaccio avente maglie di luce non superiori a 25 mm.
In buona sostanza, oltre ad una stretta osservanza legislativa, è richiesta una buona coscienza e un po’ di buon senso.
Non è raro infatti vedere in porto scene raccapriccianti di smaltimenti approssimativi, quando non marcatamente pirateschi. In Sardegna un paio di anni fa ho quasi litigato con un vicino di ormeggio perché stava smaltendo la riserva di bottiglie di acqua della stagione precedente buttandole PIENE dentro il sacco del contenitore in banchina e costringendo l’incaricato a recuperarle, svuotarle e accartocciarle al posto suo.
Un’ultima nota. L’immondizia chiama immondizia (teoria delle finestre rotte) quindi non lasciate in vista il sacco dei rifiuti (per esempio sul vostro tender) se non volete vederlo moltiplicato... Il vandalo pensa... ah, guarda, un sacco dell’immondizia... sicuramente lui sa dove buttarla... e ve la molla lì...
O sfruttamento delle risorse minerali.
Ulteriori informazioni le potete trovare cercando la normativa relativa alla vostra zona di navigazione al link seguente: www.isprambiente.gov.it/files/pubblicazioni/rapporti/R_214_15.pdf
Marco Scanu, diplomato al nautico, conduttore imbarcazioni, si occupa di comunicazione soprattutto in campo nautico.