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CORSO VELA: Capitolo 8

CAPITOLO 8: IN BARCA: ANDATURE E MANOVRE




 
Prima di andare a tuffarci nell'argomento tanto atteso, vediamo subito di chiarire alcune cose.
In barca esiste solo un punto di riferimento attendibile e determinante che è la direzione di provenienza del vento.
Ogni nostra manovra sarà subordinata ad essa.
Ci indirizzeremo quindi sopravento o sottovento e così anche nomineremo qualsiasi altro oggetto o situazione ci interessi (es.: boa sopravento, altra barca sottovento, ecc.).
Inoltre, a bordo non esistono destra o sinistra per indicare variazioni alla nostra rotta mala stessa indicazione sarà ottenuta usando due termini che hanno come fondamento sempre la direzione di provenienza del vento e sono:
 
Orzare:
avvicinare la propria direzione a quella di provenienza del vento o più semplicemente avvicinarsi al vento.
 
Poggiare (o puggiare):
esattamente il contrario: allontanarsi dal vento.
 
Ecco lo schema (La barca in alto, ORZA, Quella in basso, POGGIA)



Dovrete sapere orzare e poggiare ad occhi chiusi (non scherzo!).
Ora che abbiamo capito in che modo funziona i l nostro mezzo di trasporto, vediamo di imparare a condurlo.

 



Le andature a vela.

A vela si naviga in tutte le direzioni tranne controvento. Per i principi di fisica suesposti infatti, non è possibile navigare con un angolo inferiore ai 40 gradi dalla direzione del vento.
I nomi delle andature sono:
1) Bolina, angolo stretto al vento.
2) Traverso, angolo di 90 gradi col vento.
3,4,5) Lasco, angolo di 120 gradi.
6) Poppa, vento da dietro, 180 gradi.
Ovvio non siamo in barca col goniometro e non ci interessa neanche. Quindi sono indicazioni di massima. Ci saranno boline strette e larghe, gran lasco ecc… come si vede dalla figura.


 


 

Bolina e virata.

Una barca a vela, in presenza di vento, naviga in qualsiasi direzione tranne che, ovviamente, controvento in quanto le vele sbatterebbero come bandiere e, siccome la pressione del vento che le colpisce è pressoché  uguale sui due lati, non si crea alcuna portanza e la barca si ferma. Ciò ci verrà utile per armare prima della partenza, per arrivare a terra o in occasione di soste al largo.
La barca con la prua al vento non avanza, non sbanda (attenzione a non sedervi entrambi da un lato) e non governa.
Quest'ultimo aspetto è da ricordare a memoria: la barca che non si muove è in balia degli elementi in quanto il timone non ha effetto alcuno (sarebbe come girare lo sterzo di un'auto ferma sperando che questa manovri).
Quindi, prua al vento sì, ma solo per fermarvi.

Possiamo allora definire che, a cavallo della direzione del vento, esiste un angolo "morto" non sfruttabile per la navigazione di circa 80°-90° (40°-45° per lato).



Come risulta quindi dal disegno si può risalire il vento con un angolo raramente al di sotto dei 40° (prendiamo per buono 45°) e, l'andatura che ne deriva viene chiamata bolina, che può essere mure a sinistra (se si prende da sinistra il vento) o mure a dritta (l'opposto).
Si deduce quindi che, per raggiungere un punto controvento si dovrà zigzagare o meglio bordeggiare alternativamente a destra e a sinistra.



Nei punti con l'asterisco, si dovrà effettuare una virata per poi prendere il vento dalla parte opposta.
Se ci allarghiamo (poggiamo) dalla direzione di bolina, saremo al traverso, con il vento a 90°. Se continuiamo a poggiare saremo di lasco e infine di poppa.
Come avete visto nel disegno, man mano che poggiamo, allargandoci dal vento, dovremo aprire (lascare) progressivamente le nostre vele per mantenere massima la nostra superficie esposta e per poter scaricare nella maniera più efficace il vento che le colpisce.

 


 

Come si effettua la virata.

La virata è la manovra che imparerete più velocemente in quanto non presenta molte difficoltà. Seguitene le fasi nel disegno con didascalie e immedesimatevi nell'azione.
 
Fase 1
State navigando mure a sinistra, di bolina e con il timone cominciate a fare orzare la barca.



Fase 2
…fino a quando le vele non fileggiano in quanto vi trovate prua al vento. Mollate le scotte dagli strozzatori; vele in bando.

Fase 3
A questo punto occorre fare due cose:
a) Passare lentamente sotto il boma e sedersi sull’altro lato ( compatibilmente con l’assetto della barca);
b) tenere il timone sempre dalla stessa parte in modo che la barca con il suo abbrivio o inerzia, finisca la manovra. Se lo rimettete al centro troppo presto, vi troverete fermi con la prua  al vento (all’inizio vi capiterà spesso) con la barca che inizierà a indietreggiare lentamente dandovi però la possibilità col timone inclinato, di ritornare sulle vecchie mure o sulle nuove durante la retromarcia.

Fase 4
Cazzare scotte e via.



Ricordatevi, durante la manovra, soprattutto mentre passate sotto i boma, guardate sempre avanti per essere padroni della situazione e per vedere dove andate e quando finire la manovra.
 
E poi? Basta, finito. Se sapete virare bene, potete girare il mondo.
 
Video di una virata. Definizione scarsa ma c’è la slo mo per vedere bene: https://www.youtube.com/watch?v=zWMz67KkFpQ&t=34s

 


 

Laschi, poppe, strambate & Co.

(Quando il vento ci spinge, per intenderci)
 
L'andatura che va dal traverso al lasco è la più veloce in quasi tutte le barche e, in occasione di uscite con vento fresco, è quella che regala emozionanti planate che ci ripagheranno di tutte le fatiche. E' inoltre in questa andatura che useremo lo spinnaker (al quale è riservato un capitolo a parte).
 
Nulla cambia in queste andature per ciò che riguarda le nostre belle vele; staremo infatti attenti a regolarle in modo che scarichino il vento, deviandolo in maniera più armoniosa possibile, quindi senza imprigionarlo, nemmeno nello spinnaker contrariamente alle apparenze.
 
La vela va "bordata" (è la scotta che si cazza, ma è una finezza da museo) quel tanto che basta a non farla stare sgonfia. Esagerare farà solo danno.
 
E' meglio avere una randa “appena” lascata che averla troppo bordata (chiusa).
 
In questa andatura, visto che la barca subirà forti accelerazioni occhio a non scivolare (io mi sono ritrovato diverse volte incastrato sotto il timone perchè avevo i pantaloni della cerata che, bagnati sulla barca bagnata,  non offrivano alcuna aderenza).
 
Sarà importante regolare in continuazione le vele, se vogliamo mantenere la planata.
Barca in accelerazione, il vento apparente ci sgonfia le vele: cazzate le scotte.
Barca che rallenta: l'opposto, lascate un po’.
 
Attenzione inoltre con vento forte, a non avere troppa deriva immersa sennò, soprattutto se siete veloci, non riuscirete a fare poggiare la barca col vostro timoncino, anzi, rischiate che la stessa vi straorzi con bagno finale.


 


 
Sai rispondere?

  • Che significa sopravento-sottovento-orzare-poggiare?
  • Cos'è la bolina? Cos'è l'angolo morto?
  • Come si chiamano le altre andature?
  • Cos'è la virata? Ti ricordi la sequenza delle manovre da farsi?

 
Perchè non bisogna bordare eccessivamente le vele?
Ecco un breve video con un misto di andature, tutte eseguite in assetto perfetto: https://www.youtube.com/watch?v=Yglgqkvu0dc

 


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Marco Scanu, diplomato al nautico, conduttore imbarcazioni, si occupa di comunicazione soprattutto in campo nautico. 

 

 



  • Pubblicato il
  • 30/04/2019

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