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CORSO VELA: Capitolo 13

CORSO VELA 13: PRUDENZA E SICUREZZA





In queste poche righe vorrei evidenziare un requisito basilare per la vela, come per tutte le discipline sportive: la prudenza.

Non dimenticate mai il nostro ruolo di creature piccolissime su questo pianeta. Ricordate che la forza degli elementi non è domabile e raramente accetta compromessi. Rispettare quindi il mare ed il vento. Abbiatene il giusto timore. Non dovrete per questo essere dei fifoni ma dovrete essere prudenti.

Come?
Chi non è fifone issa lo spi con 25 nodi. Chi non è prudente invece, può non issarlo però può uscire senza salvagente; oppure può allontanarsi a nuoto dalla barca rovesciata o navigare inutilmente troppo lontano dalla riva.

Quindi, non sentitevi vigliacchi se non ve la sentite di uscire, se preferite virare anziché strambare, se temete di avere freddo, ecc. Fate solo quello che vi sentite di fare, senza forzature dettate forse da esibizionismo o spirito di emulazione.

Ricordiamo di seguito alcuni fondamenti di sicurezza da non sottovalutare mai.
1) Indossate sempre i salvagente (quelli a corpetto morbido non danno fastidio) anche in estate.
2) Portate sempre con voi una cerata o un Kway e indossate un paio di scarpe. In mare, se si mette vento e va via il sole fa freddo anche d'estate.
3) Riparatevi la testa: una cuffia di lana d'inverno e un berretto d'estate. Con il sole intenso vi torneranno utili anche un paio di occhiali scuri (rigorosamente di plastica infrangibile).
4) Abbiate sempre a bordo la pagaia e 25 mt. di cima. Se possibile anche un piccolo ancorotto a ombrello.
Non saranno questo paio di chili a crearvi problemi.
5) Portate con voi qualche grillo di riserva, perni e coppiglie e il coltello da marinaio (con la lama ben affilata).
6) Imparate a valutare le condizioni meteo. Se non siete in grado, chiedete. Avvisate qualcuno (club, familiari) che state uscendo e l'ora prevista di rientro.
7) Mettete sempre in preventivo una scuffia e un bagno. Trovare indumenti asciutti e caldi al rientro fa piacere.
8) Non uscite (specie d'inverno) se avete appena consumato un lauto pasto, potrebbe essere utile invece, quando avete in programma di uscire, fare una buona colazione. Poi a metà mattina un po’ di frutta e, prima del varo, potete mangiare qualcosa di digeribile ed energetico (cioccolata, per esempio la mitica Nutella!)
Potrete poi cenare con calma.
9) Chiedete sempre al vostro compagno occasionale se sa nuotare. Anche vestito? Anche per 2 ore? E voi?
10) Non azzardate mai, non arrivate ai limiti vostri e del mezzo a meno che non siate in allenamento o affiancati da qualcun altro. Le rotture in questo caso sono in agguato.
11) Il freddo gioca brutti scherzi alla vostra lucidità e alle vostre forze. Non aspettate di avere freddo per decidere di rientrare. (Conservatevi una “riserva” di caldo )
12) Usate il cervello quando partite o arrivate nei pressi di una spiaggia, d’estate i bagnanti hanno diritto di starsene tranquilli e sicuri.

Credo che così possa bastare.
Il buon senso, il rispetto per gli altri, per se stessi, e per le normative, nonché la propria coscienza, faranno il resto.


 


 

Cosa fare in caso di...
Tutto ciò che prevedete si possa rompere, statene certi, non si romperà affatto: mentre ciò che meno sospettate vi aspetta al varco.
Ricordate inoltre che nelle belle giornate di sole caldo con poco vento non avrete mai problemi; li avrete invece quando incontrerete ventone, d'inverno, con il cielo nero.
Non ve lo dico per spaventarvi, anche perchè se siete arrivati a questo punto, penso che siate pronti a tutto, ma solo per farvi avere il giusto ordine di idee riguardo alle più serie avarie a bordo. Vediamone alcune :
 
Falla (buco nello scafo) causato da  scogli o relitti galleggianti: se la falla è di fianco, in genere sottovento, virate subito e tenete la barca sbandata sul lato opposto. Riempite il buco o la fessura di stracci, indumenti. Tornate a terra subito, ovunque sia possibile, tenendo la barca sempre sbandata per avere la falla sopra la linea di galleggiamento. Aprite gli svuotatori e occhio se avete molta acqua a bordo. Muovetevi con cautela: la barca è instabilissima. Si spera comunque che la stessa sia inaffondabile.
 
Si rompe il timone (la barra): usare il tangone o il manico della pagaia (che dovete sempre avere a bordo)
 
Si rompe la pala: usare la pagaia immersa e legata in mezzo allo specchio di poppa. Agevolare le manovre disponendo il vostro peso come già visto al capitolo sull'assetto. Rientrate subito.
 
Si rompe la deriva: non potete bolinare quasi niente. Toccate terra ovunque sarà possibile. Non cercate di stringere il vento, rimedierete solo scarroccio.
 
Si rompe la drizza della randa. Prima soluzione: arrivate su una spiaggia (se l'avete sottovento). Se no vi dovrete fare il bagno. Scuffiate la barca e fissate la randa direttamente in testa d'albero. Seconda soluzione: non la issate oppure non ci riuscite, ricordate che senza randa potete bolinare poco; tenete quindi il centro di deriva più in avanti possibile (sedetevi più  a prua e abbassate tutta la deriva). Fate sbandare un po’ sottovento e rientrate. Se non ci riuscite dovrete ricorrere alla soluzione n.1 e scuffiate la barca.
 
Si rompe la drizza del fiocco: se non vi è già caduto l'albero in testa (cosa molto probabile), mettetevi immediatamente in andatura di poppa e andate a prua ad aiutare lo strallo affiancandogli la drizza dello spi. Evitate nel rientrare di cazzare troppo la randa e non toccate il vang che deve essere lascato del tutto.
 
Si rompe una sartia.
 
Se la mastra è riuscita a tenere su l'albero (cosa rara) virate immediatamente e, una volta che la sartia si trova sottovento, sostituitela con il cavetto del trapezio o la drizza dello spi.
 
Cade l'albero: questa è l'avaria più grave in quanto in mare non riuscirete a riarmarlo. Se avete sottovento una spiaggia o la terraferma (senza scogli) potete armare il boma al suo posto e usare il fiocco come vela di fortuna. Altrimenti  dovrete aspettare soccorsi. Se avete l'ancorotto questo è il momento di usarlo se il vento vi spinge al largo.
 
Si piega l'albero dopo una scuffia in acque basse: potete rientrare senza eccessivi problemi.
Ricordate inoltre che è in questi casi (peraltro rari) che viene messa alla prova la vostra capacità nel fare i nodi, soprattutto il parlato.
 
Inoltre se la vostra cima di 25 mt non è sufficiente per ancorarvi, ricordate che unendo tutte le scotte che avete a bordo potete arrivare facilmente ad una lunghezza di 60/70 mt.
Portate sempre con voi per queste emergenze, il coltello ben affilato, grilli e moschettoni di riserva e una discreta varietà di cime, cimette di varia lunghezza e diametro.


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Marco Scanu, diplomato al nautico, conduttore imbarcazioni, si occupa di comunicazione soprattutto in campo nautico. 

 

 



  • Pubblicato il
  • 31/05/2019

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