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Carte Nautiche o Cartografie Elettroniche

LE DIVERSE TIPOLOGIE DI CARTE NAUTICHE



 
Nell’immaginario collettivo di ogni navigante, la carta nautica è l’emblema della scoperta, del viaggio.

Non si capisce perché non vi siano però tracce di cartografie nautiche prima del 1200 d.c. in presenza di popoli che viaggiavano agilmente per mare.  Prima di tale data infatti si è vissuto il periodo delle conquiste imperialiste di romani e greci, dei viaggi intercontinentali dei vichinghi, delle lunghe navigazioni degli etruschi, ma di carte nautiche nessuna traccia. Rimane il mistero e a me piace che tale rimanga in un mondo dove ormai non vi è più nulla da esplorare.

La prima  carta nautica di cui si ha traccia certa è, come detto, del 1200 circa ed è chiamata Carta Pisana e da lì, complici le repubbliche marinare, si passò nell’arco di qualche secolo ad avere una cartografia quasi completa di tutto il globo già dalla metà del 1700. Olandesi come cartografi e inglesi (Cook per dirne uno) come esploratori contribuirono in maniera concreta a definire il globo terracqueo.

Certo le proporzioni non erano precise come le foto da un satellite ma per l’uso di allora andavano benissimo.
Il dilemma principale di tutti gli antichi cartografi è sempre stata la sfericità della terra e la sua impossibilità ad essere rappresentata correttamente su una superficie piana. Nel 1569 il fiammingo Gerhard Kremer detto il Mercatore ideò una proiezione che prese il suo nome e che viene usata tuttora. Si tratta di una proiezione tangente all’equatore (come se un osservatore guardasse il pianeta dal parallelo principale, l’equatore appunto). Ovviamente il nostro pianeta non è certo quello disegnato sui nostri atlanti e sulle nostre carte ma per il momento è l’unica proiezione che permette navigazioni accurate ma che diventa inutilizzabile dal 60 esimo parallelo in su, sia a nord che a sud. Dopo tale latitudine, infatti, la deformazione della proiezione è tale da rendere inattendibili le rotte tracciate.

Negli anni 60 i vari istituti idrografici nazionali diventano i fornitori di cartografie ufficiali usate soprattutto nella navigazione mercantile e negli anni 70/80 vengono affiancati anche da editori privati, che in realtà si rivolgono più al diporto.

Le prime grandi novità che investono il settore sono i materiali e le dimensioni. Non più solo carta in dimensioni 70 x 100. Dalla metà degli anni 70 si riduce il formato sino quasi un A4 (22 x 33 cm) e soprattutto si evolve in carta a colori plastificata con stampato sul retro le principali rotte della zona relativa. Insomma una pacchia. Basta matite, parallele, compasso e squadrette. La dimensione delle Nauticard (questo il loro nome) arriva sino al doppio (45 x 68) per poi piano piano scomparire per lasciare posto al digitale e al POD (print on demand). Infatti immaginate l’editore che ogni anno si vedeva costretto a stampare centinaia di pezzi per aree che magari nessuno richiedeva, carte che dopo qualche anno risultavano obsolete e non aggiornate. 

Nel 1984 (scindendosi da C-map) nasce Navionics, la prima fornitrici di servizi cartografici digitali. Inizia un’era nuova.

La cartografia digitale è sicuramente un passo avanti per ogni navigante. Non ci sono limiti alla zona che si sceglie di navigare, non ci sono decine di tubi di carta da conservare, al limite qualche memory card,  non è richiesta una particolare capacità per l’uso e si possono sfruttare le migliaia di aggiornamenti in tempo reale forniti dagli altri abbonati. (Un relitto a pelo d’acqua, l’orario di apertura del distributore del porto, il numero di telefono del ristorante o del market e via dicendo).

Il digitale entra prepotente anche per la navigazione diportistica, ma attenzione. Leggere attentamente le istruzioni del vostro plotter di navigazione vi farà risparmiare qualche multa perché intanto  le carte caricate devono essere omologate dall’ECDIS che è un protocollo internazionale di autenticità e sicurezza. (acquistate solo quelle autentiche Navionics o C-Map). Non solo, l’avviso recita che dovreste in ogni caso essere in grado di usare le carte che dovreste avere obbligatoriamente a bordo.

In effetti se il plotter cessa di funzionare per qualche motivo sconosciuto e voi siete in mezzo al mare, sapreste cavarvela? Ecco perché sestante, bussola, orologio e carte non devono mai mancare nel cassetto della vostra consolle.

E soprattutto un bel portolano. Non ha senso infatti arrivare al vostro bel porto e non sapere che la traversia è da Nord e che entrare a vela con tramontana è pericoloso. Insomma, elettronica sì ma con la testa sulle spalle.

Bene, ora che avete dimestichezza con il carteggio e col sestante, mettete tutto nel cassetto e divertitevi col vostro nuovissimo plotter e con la cartografia in 3D. Navigare vi sembrerà un videogioco, anche e soprattutto di notte ma sempre con la massima attenzione perché le secche non sono virtuali.



Marco Scanu, diplomato al nautico, conduttore imbarcazioni, patente senza limiti, si occupa di comunicazione soprattutto in campo nautico. 



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