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Barcastop un’idea per una vacanza avventurosa

BARCASTOP: UN'IDEA PER UNA VACANZA AVVENTUROSA



 

Esiste da sempre un ripiego (o una scelta) per spostarsi chiamato autostop. Direi che ormai, almeno in occidente è sempre meno usato fino ad essere quasi scomparso, ma fino agli anni 80 è stato scelto da migliaia di persone giovani o meno giovani.
Ma, mentre sulle strade è stato abbastanza comune trovare persone con il pollice alzato in cerca di un passaggio, così non è stato in mare.
Sì, perché i passaggi si possono chiedere anche in mare. Nasce il barca stop. Ci sono molte testimonianze del genere in rete e forse qualcuno dei vostri amici la può raccontare, ma io vorrei raccontarvi la mia.

Nel 2011 insieme ad un amico di vecchia data (entrambi over 50 all’epoca) abbiamo fatto il periplo della Sardegna (nella realtà circa 2/3 per via del maltempo). Eccovi l’intervista che ne è seguita.
 
Si è conclusa sabato 23 alle ora 18,30 l’originale avventura dei due amici Marco e Raffaele che in circa 10 gg sono riusciti a fare il periplo della Sardegna.
Il progetto prevedeva due grosse difficoltà.

  • La prima il senso antiorario e il percorso obbligato da Cagliari a Cagliari.
  • La seconda, la più originale e difficile, il budget 0. Quindi, non spendere soldi.


D: Allora raccontaci com’è andata. 
M: Siamo soddisfatti della riuscita di questa originale avventura anche se il meteo è stato inclemente e non ha dato tregua mai negli ultimi 8 giorni. (n.d.r. prima decade di luglio) Abbiamo sempre trovato brutto tempo, anche temporali violenti, acquazzoni , freddo e poi  maestrale e anche molto forte, con mare grosso e quindi deserto... basta pensare che da Alghero non uscivano né i pescherecci d’altura, né la Guardia di Finanza. Figuriamoci i diportisti. Quindi direi successo a metà riguardo al barca- stop, mezza isola in barca stop e l’altra mezza, quella di ponente, in auto stop,  ma successo pieno per l’iniziativa budget 0! Abbiamo speso pochi euro solo per l’acqua (ovvio fuori budget) e per comprare il giornale che parlava di noi. Per il resto ce la siamo cavata bene, abbiamo testato la solidarietà e la generosità delle persone, soprattutto quelle con pochi mezzi.
È stato un viaggio dentro di noi soprattutto, un viaggio alla scoperta delle risorse nascoste in profondità, quelle che vengono coperte dagli strati e dai sedimenti delle comodità, delle false certezze, della programmazione. Il nostro obiettivo era proprio staccarci con determinazione dalle certezze e dalle sicurezze. L’ignoto oggi non esiste più, geograficamente l’uomo ha scoperto tutto. L’unico territorio ancora da scoprire siamo noi stessi, quando ci spogliamo delle nostre abitudini. Questo si che è un viaggio interessante!!  
 
D: Ma il bancomat ce l’avevate?
M: Sì certo, non siamo degli sprovveduti, ma non l’abbiamo mai usato, l’abbiamo portato per eventuali esigenze sanitarie, che avevano comunque la priorità. Non volevamo certo tornare malati.
  
D: Tentazioni?
M: Ovvio, la voglia di un caffè, o di una birra, vedere passeggiare la gente col gelato in mano, e non poterlo comprare,  la voglia di prendere un mezzo pubblico invece che fare autostop... insomma tante piccole rinunce che hanno molto sapore. Ci aiutavamo a vicenda per non cedere... sciocchezze certo, ma non abbiamo sgarrato.
 
D: Una vacanza diversa quindi. 
R: Sì direi un viaggio. Un viaggio con la V maiuscola dove proprio lo spostamento è l’obiettivo, non la meta. Spostandoti hai una visione diversa della vita, hai un altro angolo di osservazione. A noi non interessava avere una vacanza all inclusive con il Campari a bordo piscina. Ci siamo lasciati sorprendere e abbiamo anche avuto di più, aperitivi a porto Rotondo e a Porto Cervo per esempio, ma soprattutto abbiamo avuto l’occasione di conoscere splendide persone.
 
D: Qualche aneddoto?
R: Una volta ci ha caricato una signora in autostop solo perché mi ha scambiato per una donna (avevo i capelli lunghetti)...
Poi ho fatto i complimenti e gli auguri ad una donna romena per il suo pancione e la sua gravidanza, solo per sentirmi dire dal marito che la signora non era incinta... lì abbiamo avuto un po’ paura che lui si fosse offeso...
 
D: Conclusioni
M: A me è crollato un sogno, io mi immaginavo comandanti di pescherecci e cuochi di cucina con sigarette in mano, divise sporche, che ci avrebbero fatto lavorare in cucina o a pulire la sentina... forse un po’ troppo romanzo... invece oggi è tutto HACCP e ASL, ruolini e libretti di imbarco, timbri e scartoffie. Questo ha rovinato un po’ la festa. E poi i porti sardi sono porti morti. È vero che il tempo non era invitante, ma veramente sono  porti usati solo come parcheggi galleggianti pieni di  barche splendide usate solo per uscire a fare il bagno a mezzo miglio e rientro dopo 2 ore. Questo mi ha deluso parecchio, ma che ci possiamo fare, il mondo cambia. Ad ogni  modo ho imparato tra le altre cose a riparare le reti da pesca seguendo i consigli dei pescatori di Porto Torres.  
 
D: Altri programmi?
R: Qualcosa in testa ce l’abbiamo, ma ancora è un segreto.
M: Per ora prepariamo un filmato e un libro sull’evento del quale si sta interessando Rai 1 Linea blu. Poi vedremo. Forse non faremo più niente, forse ne combineremo un’altra... chi lo sa...
 
Il video della vacanza è qui: https://www.youtube.com/watch?v=b5_WtGpH4uk



 

Marco Scanu, diplomato al nautico, conduttore imbarcazioni, si occupa di comunicazione soprattutto in campo nautico.



  • Pubblicato il
  • 02/12/2020

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