Scegliere il giusto tipo di ancora, in funzione della barca e del luogo di ormeggio è fondamentale, ed è fondamentale anche conoscere alcune informazioni sui materiali con i quali queste vengono realizzate, in particolare sugli acciai.
Molto spesso, purtroppo, l'acciaio inox viene confuso l’acciaio, e altrettanto spesso viene confuso il ferro con l’acciaio, anche da molti operatori del settore.
Senza addentrarci troppo nella chimica, possiamo dire che prendendo come base di partenza il ferro (che è pressoché inutilizzabile industrialmente, a meno di legarlo con altri elementi) e aggiungendo carbonio in varie percentuali (carbone) otteniamo acciai di varia durezza fino ad arrivare alla ghisa (rigidissima e fragile). Aggiungendo carbonio infatti si irrigidisce il materiale e lo si rende adatto ad un uso industriale.
In acciaio sono fatte le lamiere delle auto, le rotaie dei treni, la tour Eiffel, il golden Gate di San Francisco, le navi e via dicendo. Acciaio che va protetto dalle intemperie con vernici o pellicole speciali.
Già. Perché l’acciaio arrugginisce!
Ecco perchè immergiamo l’acciaio nello zinco liquido, per ottenere l’acciaio zincato, primo materiale per ancore e catene.
Ecco perchè all’acciaio aggiungiamo altre due componenti come il cromo e il nichel in percentuali variabili (18/8 - 18/10 ecc …) per ottenre l’acciaio inox.
Perché l’acciaio inox non arrugginisce (o, almeno, non subito …)
Mistero svelato. Pertanto, quando acquistate accessoro o materiali, badare solo al portafoglio non è saggio. Gli acciai inox sono certificati, testati, adatti all’uso.
E infine: un pezzo di acciaio immerso in acqua arrugginisce molto più lentamente dello stesso pezzo lasciato in banchina. La ruggine è ossidazione e la parola stessa suggerisce che l’ossidazione sia un prodotto dell’ossigeno. Sott’acqua ce n’è poco e i metalli durano di più … (avete presente i relitti di navi ancora perfettamente conservati?).
La regola d’oro è la seguente: 1 Kg di peso dell'ancora per ogni metro di lunghezza della barca (ma in alcuni casi si può arrivarea a 1,5 o 2 Kg per metro) in base, come dicevamo, al tipo di navigazione che fate di solito.
Se stiamo a metà di tale rapporto, di certo, non sbagliamo troppo. E non è detto che la sicurezza sia tutta nel peso dell’ancora. Va infatti considerata tutta la linea d’ancoraggio, dall’ancora alla catena al salpa ancore alle maniglie di giunzione degli elementi.
Dei materiali abbiamo già detto. Dei costi no. Una linea di ancoraggio inox, sicuramente avrà durata quasi illimitata, si sporcherà meno (e sporcherà meno la nostra barca e il pozzo della catena) ma costerà almeno 4/5 volte una linea zincata. Dipende dalle vostre tasche e dal conteggio “costo/benefici”, cioè da quante volte in media usate la barca.
Una volta definito il peso e il materiale, scegliamo il modello in base alle nostre esigenze di navigazione. Non tutte le ancore vanno bene per tutti i fondali e come abbiamo visto nel capitolo relativo alle tecniche di ancoraggio, la stragrande maggioranza delle volte ci troveremo ad ancorare su fondali sabbiosi, fangosi (ottimi) o ricoperti di posidonie.
Migliore è la forma, minore sarà il peso necessario.
Un'ultima considerazione: se avete una barca a motore o a vela avrete un brandeggio differente, un motoscafo ha poca carena e molta sovrastruttura e viceversa una barca a vela. Facile capire quale offra più resistenza al vento.
Eccole riassunte:
Un proverbio dice che una catena è forte quanto il suo anello più debole. Infatti è inutile avere una super catena con traversino se poi abbiamo la girella o la maniglia che la fissa al fusto dell’ancora arrugginita o di una sezione inferiore. Ricordatevi che è la LINEA nella sua interezza che garantisce il risultato.
Ad ogni modo anche qui, nella scelta di una catena per la vostra barca, riguardo a quanti metri avere a bordo e alla dimensione, entrano in gioco molte variabili. Le più importanti sono la lunghezza della barca e la profondità del fondale.
In genere per barche di 8/10 metri si sceglieranno catene con sezione 8/10 mm (inox o zincate vedi sopra) e, per garantire un “tiro” parallelo al fondo e quindi sicuro, avere a bordo almeno 20/25 metri di catena.
Il calumo, cioè la lunghezza della linea di ancoraggio come è noto dev’essere almeno 3 / 4 volte il fondale (Fondale 5 mt. Calumo 20 metri. Se c’è molto vento anche 5/7 volte il fondale).
Come vedete alla fine anche 25 metri risultano il minimo della lunghezza da tenere a bordo.
Altra considerazione è il peso. Troppa catena nel pozzo a prua, soprattutto nelle barche a vela risulterà controproducente.
La prua infatti è già gravata dal musone inox, dall’ancora appesa, talvolta dalla seconda ancora, dal salpa ancore e mal sopporterebbe un eccesso di catena. Ma ripeto 20/25 metri sono il minimo indispensabile.