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CORSO VELA: Capitolo 7

CAPITOLO 7: VENTO E NODI




 

Vento reale e vento apparente.

Abbiamo già parlato in maniera credo esauriente per ora del vento e delle brezze, e del loro generarsi. In questo paragrafo ci vogliamo invece occupare di quel vento che colpisce la nostra vela. Ma non è lo stesso vento che c'è anche intorno alla nostra barca? Certo! Se la barca è ferma. Se invece, come si spera, la barca si muove, il vento che riceverà, non sarà più quello reale, ma quello risultante anche dal suo movimento. Chiaro? No?
 
Ebbene, immaginate in una giornata senza vento di andare in moto a 50 kmh. Sentite del vento? Certo! Un vento di 50 kmh che vi colpisce. Eppure non c'è vento. Quello è il vento prodotto dal vostro spostamento. E' il famoso vento apparente che -regola base- ha sempre direzione opposta alla nostra.
 
Altro esempio, scusate il semplicismo, immaginate di essere sempre sulla vostra moto e di avere alle spalle un vento di 50 kmh. Ora, se mettete in moto e vi dirigete esattamente nella sua stessa direzione, alla stessa velocità, quanto vento sentirete sul viso? Esattamente niente! Calma piatta! Le due velocità si sottraggono, visto che hanno la stessa direzione. Se ora fate inversione e vi dirigete dalla parte opposta, avrete un vento apparente ( Quello reale, più il vostro spostamento) di 100 kmh (Ecco perchè gli aerei atterrano e decollano sempre prua al vento, per avere più portanza con minore velocità).
 
E' chiaro ora, dopo questa escursione cinematica, che in barca avviene la stessa cosa quindi, nelle andature portanti, quando il vento viene da dietro,  lo stesso sembra mancare in quanto abbiamo la stessa direzione e, per lo stesso principio, sembra aumentare quando ci mettiamo a risalirlo. Ora che concetto di vento apparente è più chiaro, vediamo come può agire sulle nostre vele.



Come risulta dal disegno , avendo la barca un moto continuo in avanti, ne risulterà un vento di direzione esattamente opposta, pari alla nostra velocità che, in combinazione con il vento reale, ci darà un vento orientato più verso prua (vettore grigio)  rispetto al vento reale (vettore bianco) e ridurrà il suo angolo rispetto al nostro asse, tanto più saremo veloci.
 
Sarà proprio quello l'angolo di cui terremo conto nella regolazione delle nostre vele.
 
A barca ferma, ovvio, vento apparente non se ne genera e quindi esisterà solo il vento reale.
 
Però la barca, non ha velocità costante e quindi, questo angolo cambia di continuo (lì sta il bello!).
Se con la vostra moto, andando a 50 kmh col vento che vi spingeva di 50 km non avevate vento, bastava una piccola accelerazione per sentire nuovamente la brezza sul viso (vento di spostamento, in questo caso più forte di quello reale).
 
In barca, può succedere (e spesso per fortuna!) che la stessa acceleri perchè entra in planata o viene a "surfare" su un'onda.
 
Ecco, in questi casi, vedrete le vostre vele sventarsi (ammosciarsi) perchè l'aumento della vostra velocità fa spostare il vento apparente verso prua. Se vorrete quindi mantenere la velocità, dovrete cazzare le vele fino a "riempirle" nuovamente. Appena rallentate di nuovo, per lo stesso principio, dovrete lascarle nuovamente e così via. Solo un'entusiasmante planata con 15 nodi di vento vi farà capire e gustare appieno questo entusiasmante gioco di abilità e riflessi.

Sai rispondere?

  • Che differenza c'è tra il vento reale ed apparente?

  • Perchè l'angolo del vento apparente cambia in continuazione?
     


 

I nodi.

In questo  capitolo avete ben poco da leggere.
Si sono scritti libri interi sull'argomento e gli appassionati possono sempre dilettarsi con tali letture.
Ma in questa sede, visto che si tratta di un manuale per neofiti (o quasi) della vela, tratteremo solo i nodi indispensabili alle nostre giornate di navigazione.
Esistono infatti diverse centinaia di nodi ma se ne conoscete 4 o 5 potete girare il mondo.
Regola da sapere a memoria:
Un buon nodo si vede quando è il momento di scioglierlo.



Nodo Savoia.
Serve ad "ingrossare" la parte finale di una cima o di una scotta per non farla uscire dalla sua sede quando non è in tensione.
 
Gassa “d’amante” (dicono che ha questo nome perché è un cappio che non stringe).
Re dei nodi. Si adatta a tutti gli usi. È un cappio che non si stringe ed è veloce da sciogliere anche se è stato molto in trazione ed è bagnato.
 
Nodo parlato.
Ottima tenuta su superfici curve, albero, tangone, bitte d’ormeggio, parabordi,  ecc …
 
Ricordate il detto: poca cima, poco marinaio.
Non fate i nodi negli ultimi centimetri se non volete sorprese sul più bello.
Evitate inoltre di dare ulteriori "giri di sicurezza".
Se il nodo è ben fatto, potete fidarvi. Non inventatevene di nuovi. Ci penserà la prima raffica o il primo rovesciamento a crearvi qualche bel nodone sconosciuto!

 


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Marco Scanu, diplomato al nautico, conduttore imbarcazioni, si occupa di comunicazione soprattutto in campo nautico. 

 



  • Pubblicato il
  • 24/04/2019

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