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CORSO VELA: Capitolo 12

CORSO VELA 12: LA SCUFFIA





Le automobili  capottano, le navi si rovesciano (raramente), le barche a vela scuffiano  (non "si" scuffiano). Perdonatemi i disegni… servono solo per capire i concetti.
 
La scuffia può essere parziale, cioè a 90°.


 
Oppure totale a 180°(detta anche " a coltello")

 
 
In entrambi i casi, non preoccupatevi più di tanto.
 
Le derive che, come concetto originario, sono state create per essere leggere, plananti, acrobatiche, sono anche progettate per essere semplici da raddrizzare ( o quasi …)
Le cause principali della scuffia vanno ricercate quasi esclusivamente in errori dell'equipaggio e molto più raramente nei capricci del vento.
 
Tutto ciò ovviamente non è disonorevole e ogni buon equipaggio si è spesso trovato in acqua. Se ancora non l'avete provato, siete incoraggiati a farlo al più presto per non essere poi impreparati nell'inevitabile scuffia.
 
Sceglietevi quindi una bella giornata di sole, col mare trafficato di barche e iniziate una preziosa seduta.
 
Altre occasioni di scuffia vanno ricercate nella competizione, visto che in essa sono presenti in una certa misura il rischio e lo sfruttamento al limite della barca e dell'equipaggio.
 
Ovviamente è tutto calcolato e il pericolo non esiste, però, a parità di miglia percorse, scuffierà di più colui che fa regate rispetto a chi bordeggia sottocosta, magari con una lenza in acqua.
 
Vediamo dunque gli errori più comuni che ci portano in acqua.
 
1) Un membro dell'equipaggio rimane sottovento dopo una virata o vi scivola (sempre le scarpe, ricordate!).
2) Sotto raffica non siamo lesti a sporgerci fuori o con cinghie o col trapezio o non siamo veloci a sventare la randa o non ci riusciamo per qualche nodo imprevisto o per lo strozzascotte dispettoso o non siamo lesti a venire all'orza.
3) Dopo una strambata la barca straorza e il boma tocca l'acqua.
4) In un'andatura in poppa piena, specie con barche in singolo, la stessa comincia a rollare in maniera incontrollabile e scuffia in strapuggia (col boma in alto, vedi disegno).
 

 
In questo caso, state a contatto della barca con una scotta qualsiasi altrimenti non la raggiungerete più, visto che il vento agisce ancora sulla vela e la spingerà via velocemente.
 
Comunque sia  andata non impressionatevi.
La scuffia non è mai velocissima e la barca vi darà modo di accorgervene e vi darà il tempo per non cadere nella randa ( che si sfonda …)
 
Che fare quindi, quando vediamo che la randa tocca l’acqua?
1) mollare le scotte dagli strozzatori sia della randa che del fiocco
2) non insistete a rimanere sulla barca a 90°; peggiorereste la situazione.
 

 
3) se il timoniere è agile, scavalca il bordo e sale sulla deriva (così non si bagna).
 

 
Il prodiere invece è invitato a lasciarsi scivolare in acqua e subito dopo ad aggrapparsi a prua per favorire l'orientamento della barca, prua al vento.
 
Ciò premesso, l'operazione di raddrizzamento è veramente semplice.
 
Il peso dell'uomo sulla deriva, farà raddrizzare la barca.
Dovrete stare in piedi a circa metà deriva, aggrappandovi al bordo e facendo leva. Non state sulla punta e non saltateci sopra se non volete romperla.
 


Inutile ricordare che sulla deriva o sullo scafo rovesciato si scivola alla grande. Quindi se avete indossato delle scarpe adatte, le ringrazierete.
 
Il lavoro diventerà un po’ più faticoso se sarete tutti e due in acqua. Il più atletico, afferrando con le mani la deriva, ci dovrà salire issandosi a braccia, mentre l'altro si terrà sempre attaccato alla prua (questo aspetto non è da sottovalutare poiché durante le vostre brave operazioni, la barca ruoterà intorno alla vela appiccicata all'acqua e quindi, appena la randa si scollerà, prenderà vento e scuffierà dall'altra parte, mentre con l'uomo a prua che funge da ancora galleggiante, ciò non succederà).
 
Se non ce la fate a salire sulla deriva, non preoccupatevi: state vicini alla barca e aspettate che la stessa si capovolga completamente a 180°. A questo punto potete entrambi salire sul bordo, attaccarvi alla deriva e fare leva verso l'esterno.
 
Appena sentite che comincia a raddrizzarsi , uno dei due sale direttamente sulla deriva (ora agevolmente) e l'altro scende e va a prua per il principio espresso prima.

Ecco schematizzata la sequenza:
 

 




Comunque, chiarito il concetto, è più difficile a dirsi che a farsi.
E' un'operazione di pochi minuti (qualcuno ce la fa in meno di uno).
 
Un'ultima cosa: se quando scuffiate la deriva era quasi completamente rientrata (laschi e poppe) dovrete prima delle suddette operazioni sporgervi nel pozzetto ed estrarla.
 
Se la barca è a 180° uno dei due si immerge e sbuca con la testa nel pozzetto (c'è aria in abbondanza, non temete!).

Allora, ricordate:
1) sempre le scarpe ed il salvagente;
2) non insistete a stare seduti con la barca scuffiata a 90°:
3) mollate tutte le scotte;
4) tenete la prua al vento;
5) state sempre vicini alla barca.
 
Qualsiasi cosa succeda la barca è inaffondabile, è un buon riparo ed è più visibile della testolina di chi vuole raggiungere la riva a nuoto. 
 


 
Sai rispondere?

  • Quali sono le cause più comuni di scuffia? 

  • Quali operazioni fondamentali la seguono? 

  • Come avviene il raddrizzamento di 90°? 

  • Perchè è importante che uno dei due si aggrappi a prua? 

  • Perchè dobbiamo stare sempre vicini alla barca anche se non riusciamo a raddrizzarla?

 


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Marco Scanu, diplomato al nautico, conduttore imbarcazioni, si occupa di comunicazione soprattutto in campo nautico. 

 

 



  • Pubblicato il
  • 28/05/2019

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